13-02-2016 – The Dark side of Bosco Mendola

La giornata non prometteva nulla di buono, stanchi di rimbalzare ogni volta fra il si ed il no, causa meteo inclemente, decidiamo di uscire lo stesso, tanto una volta sudati, è altra acqua che si aggiunge.

Breve consulto per decidere dove andare, ed optiamo per il giro classico esteso (la versione hard del giro classico, giusto per spezzarci le zampette). Si parte di lena, sotto una leggera pioggerella (molto leggera però), saliamo per Belmonte Mezzagno, dopo la salita (ancora su asfalto), Salvo mi dice “è da molto che non andiamo da lì”, indicando il fondo valle che conoscevo bene .. eheheh …. detto fatto, dopo un breve preavviso su quello che ci aspettava, ci siamo catafottuti a sx verso il fiume e lì … il percorso che è già ostico di suo, con pietraie, cespugli, rovi, gradini,  e passaggi da trial, ha dato il meglio di se, causa pioggia. Le ruote bagnate e sporche di fanco sui pietroni scivolavano, rendendoci impossibile la marcia a cavallo, la pietraia scivolosa, e lo stappetto finale, hanno ‘lavorato’ per bene le nostre gambe (quindi obiettivo quasi raggiunto).

Potevamo benissimo rientrare o ripiegare verso lidi più ‘facili’ oramai, ma abbiamo preferito continuare l’ascesa verso Bosco Gulino, la salita verso il cancello (forse complice il vento, o la tirata di collo di giovedì) mi è sembrata interminabile,  mentre i miei amici salivano agilmente.

Arrivati al cancello, Monte Gulino ci ha accolto con forti folate di vento ed una pioggia insistente, tanto che abbiamo desistito dal salire alla torretta (tanto 800 mt di dislivello li avevamo già fatti).

Qualche sterratino veloce dentro il bosco fra pozzanghere ed alberi, e via verso S. Cristina, Pianetto e rientro veloce,  mentre il mio cambio peggiorava, poi ho scoperto che si erano rotti già quasi tutti i filamenti del filo del deragliatore.

In basso poche foto, il minimo sindacale, il resto … nei nostri cuori !

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